19 dicembre – Screening accurati e strategie terapeutiche ‘modulabili’ rendono la malattia più curabile, a favore di un tasso di sopravvivenza sempre più prossimo al 90% e di una migliore qualità di vita. Fondamentale, in associazione alle cure, la prevenzione con stili di vita sani prima, durante e dopo la diagnosi.
Da un tumore del seno individuato in fase iniziale si può guarire. Basti pensare che la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è superiore all’87%. Questo significa che gli screening, con una mammografia ogni 2 anni estesi a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni, l’autopalpazione fin da ragazze e uno stile di vita sano sono davvero fondamentali. Una dieta a basso contenuto calorico, povera di grassi, zuccheri, carni rosse, e più ricca di fibre e vegetali “attivata” da regolare esercizio fisico, di tipo aerobico, già da soli contribuiscono a ridurre di circa il 40% il rischio di sviluppare un tumore del seno. Migliorano anche le opportunità offerte dalle cure sempre più personalizzate: dalla chirurgia, con o senza successiva radioterapia, alle terapie adiuvanti (chemioterapia, ormonoterapia, terapie biologiche) che hanno l’obiettivo di prevenire il possibile rischio di ripresa di malattia.
Informazione su prevenzione e cura sono al centro anche del quinto nuovo Quaderno di Fondazione Aiom, online sul sito della Fondazione, dedicato al carcinoma mammario in fase iniziale, cui seguirà la prossima settimana quello sul tumore del seno metastatico, “Il quinto Quaderno è dedicato al tumore del seno iniziale, la più diffusa neoplasia femminile con 54 mila nuovi casi nel 2020, che scoperti in fase molto precoce possono avere una storia di cura ed evoluzione sensibilmente migliore.
Leggere questo Quaderno che rappresenta uno strumento di “consapevolezza” riguardo temi di cui talvolta si hanno informazioni fuorvianti, e dunque anche per la miglior gestione della paura, spesso compagna della malattia, come è naturale. Intendiamo, con questo opuscolo, offrire alle donne il nostro sapere, fare sentire loro la nostra vicinanza e protezione, dando loro la forza emotiva e conoscitiva per affrontare la malattia con più responsabilità e minor paura: primi passi verso la cura e la guarigione”.