La depressione, malattia riconosciuta dall’Organizzazione Mondale della Sanità come prima causa di disabilità a livello mondiale, in Italia riguarda 3 milioni di persone, di cui 2 milioni sono donne”. Lo afferma in una nota Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda, osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. In questo contesto, prende il via il percorso di sensibilizzazione di Fondazione Onda ‘Uscire dall’ombra della depressione‘ nelle Regioni italiane, con il Patrocinio di SIP, Società Italiana di Psichiatria, SINPF Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, Cittadinanzattiva e Progetto Itaca, e grazie al contributo incondizionato di Janssen Italia.
Il progetto farà tappa in otto regioni italiane per sensibilizzare sul tema della depressione attraverso una serie di incontri che vedranno il coinvolgimento degli attori Istituzionali e sanitari locali per superare lo stigma associato alla depressione e per facilitare l’accesso alla diagnosi e alle cure più appropriate.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondale della Sanità (OMS), spiega ancora la nota, la depressione riduce l’aspettativa di vita di oltre 20 anni e oltre il 60% dei suicidi che si verificano annualmente a livello globale possono essere ricondotti a questa malattia. La depressione non ha solo un enorme impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre, ma anche sul dispendio di risorse socio-economiche. Secondo i dati divulgati in occasione della presentazione alla Camera dei deputati del Manifesto, il costo diretto a carico del Servizio Sanitario Nazionale ad esempio in termini di ricoveri ospedalieri, farmaci antidepressivi, specialistica ambulatoriale ammonta in media a circa 5 mila euro all’anno per paziente.
depressione è un problema di salute pubblica in continua crescita in tutte le fasce di età – spiega Claudio Mencacci, presidente Comitato Scientifico Fondazione Onda – Questa malattia ha notevoli effetti sia sulla qualità che sulla quantità di vita, con un aumento della mortalità non solo per il maggiore rischio di suicidi, ma anche per l’adozione di stili di vita negativi e lo sviluppo di altre malattie, come quelle cardiologiche, metaboliche e oncologiche. Tra le forme più comuni, ma anche più gravi, c’è la depressione maggiore che colpisce circa un milione di persone nel nostro Paese e si manifesta in genere tra la seconda e la terza decade di vita con un picco nella decade successiva, dunque nel periodo più florido e produttivo della vita con gravi ripercussioni sul piano affettivo-familiare, socio-relazionale e patologie considerate tipicamente ‘femminili’, che invece colpiscono anche il genere maschile. Gli endocrinologi dell’Associazione Medici Endocrinologi (Ame), in occasione del congresso nazionale, hanno fatto luce sulle patologie considerate poco frequenti negli uomini e, tra queste, ci sono l’anoressia, l’osteoporosi e la pubertà precoce dei maschi.
Una patologia considerata quasi appannaggio esclusivo delle donne, che invece riguarda anche gli uomini è l’anoressia. A soffrirne, è circa 1 uomo su 4 donne, su un totale di circa 3 milioni di malati in Italia (ministero della Salute). I maschi che soffrono di disturbi dell’alimentazione vivono una condizione di disagio e diagnosi più tardive rispetto alle donne. Inoltre, non esistono centri o percorsi dedicati.
Altra malattia da sempre ritenuta appannaggio femminile è l’osteoporosi. In realtà essa colpisce anche gli uomini, anche se in misura minore rispetto alle donne, ma con conseguenze più gravi. A soffrirne, è circa 1 milione di uomini (1 uomo su 10 a fronte di 1 su 4 donne).
Negli uomini, prosegue Scillitani, si manifesta più tardi, in media dopo i 65 anni (contro i 55 della donna). Gli uomini, infatti, vanno incontro non a un brusco calo come le donne ma a un declino graduale della produzione degli ormoni sessuali, e quindi, a una perdita di calcio più tardiva e più lenta rispetto alle donne. Inoltre, hanno una massa minerale ossea in media più alta di quella delle donne e arrivano più tardi a oltrepassare la soglia dei valori inferiori alla norma, sotto i quali si è in una condizione di osteopenia o, addirittura, di osteoporosi. Anche se l’osteoporosi è una malattia della terza età, ci sono forme che si manifestano in situazioni particolari e che possono colpire anche giovani e addirittura giovanissimi”.
Fenomeno della pubertà precoce, contrariamente a quanto si creda, non riguarda solo le femmine”.
I motivi di questo processo sono da ricercare principalmente nelpeggioramento delle condizioni ambientali, in particolare negli inquinanti ambientali che si trovano nell’atmosfera, nell’acqua e negli alimenti,i quali hanno la capacità di stimolare le ghiandole endocrine e, soprattutto, la funzione testicolare e ovarica.
“I cambiamenti che si verificano in corso di pubertà sono legati alla produzione di ormoni prodotti dall’ipofisi, noti come gonadotropine, che stimolano la funzione dei testicoli e delle ovaie – spiega il professor Vincenzo Toscano, past president dell’Ame – La presenza di sostanze inquinanti nell’ambiente e nel cibo altera questo processo fisiologico anticipandolo anche di 2-3 anni. Il primo segnale dell’inizio della pubertà nei maschi è connesso alla crescita del volume testicolare, seguita dalla crescita del pene e dalla comparsa dei peli pubici e ascellari. È buona norma che gli accertamenti vengano seguiti da un centro specializzato di endocrinologia pediatrica.